Dal 1595, il nostro sguardo è sempre rivolto alle esigenze di persone e famiglie in situazione di vulnerabilità o di disagio sociale ed economico.
Dal 1595, il nostro sguardo è sempre rivolto alle esigenze di persone e famiglie in situazione di vulnerabilità o di disagio sociale ed economico.
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Un gruppo di cittadini torinesi fonda la Compagnia di San Paolo. Tra gli scopi principali, il soccorso ai bisognosi e la difesa del culto cattolico minacciato dalla riforma. La beneficenza avviene in particolare attraverso l’assistenza domiciliare ai poveri, ai nobili o ai ricchi borghesi che, caduti in miseria, non possono chiedere pubblicamente l’elemosina. Le situazioni di bisogno sono individuate dalla stessa Compagnia attraverso la raccolta di informazioni e la verifica diretta presso le abitazioni dei poveri. Nel 1579 si avvia il prestito gratuito su pegno per sottrarre all’usura i ceti più deboli.
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La chiesa dei Santi Martiri, dedicata ad Avventore, Solutore, e Ottavio, protettori della città di Torino, viene costruita a partire dal 1576 anche grazie al sostegno dei confratelli. Al suo interno, a conferma del legame tra Gesuiti e confratelli, viene eretta la cappella di San Paolo. Negli stessi anni viene edificato l’Oratorio della Compagnia di San Paolo, adiacente alla chiesa. Luogo di culto e devozione, i confratelli si riunivano nell’Oratorio anche per amministrare la Compagnia e le opere collegate. Viene arricchito di importanti dipinti dedicati alla vita di san Paolo, che costituiscono il ciclo pittorico di San Paolo.
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Il 14 maggio 1595 nasce l’Ufficio Pio per la distribuzione di doti matrimoniali a favore di fanciulle povere. L’erogazione si basa sui redditi di un capitale appositamente costituito e opportunamente investito. La Compagnia estende in breve il proprio intervento nel campo dell’assistenza femminile con l’apertura della Casa del Soccorso delle Vergini, poi trasformata in un istituto educativo come la Casa del Deposito, fondata nel 1683 dalla Compagnia per accogliere donne di qualsiasi condizione desiderose di uscire da una situazione di “disonestà”. Nel giro di pochi anni l’Ufficio Pio accentra la gestione di tutta l’attività assistenziale della Compagnia, attraverso i sussidi ai poveri vergognosi, l’assistenza a mendicanti e infermi, i servizi religiosi, la distribuzione di doti e il pagamento delle rette del Soccorso.
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Nei primi anni del Seicento inizia la distribuzione di elemosine ai “poveri vergognosi”. Dalla seconda metà del secolo, grazie a donazioni ed eredità di privati, aumenta la disponibilità finanziaria dell’Ufficio Pio. Oltre alle doti, l’Ufficio Pio distribuisce anche periodicamente vesti per fanciulle povere e provvede ai servizi religiosi a favore dei confratelli defunti e di legatari.
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Nel 1701 viene acquistato il palazzo Nicolis di Robilant, nell’isolato di san Felice tra le attuali via Botero e via Monte di Pietà, che diviene la nuova sede della Compagnia. Al primo piano viene trasferito l’Oratorio, ufficialmente benedetto nel 1703, e rimarrà aperto fino al definitivo smantellamento nel 1876. Tra il 1701 e il 1931 la sede di via Monte di pietà si espande fino a coincidere con l’intero isolato.
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La Compagnia di San Paolo è soppressa dal governo repubblicano francese nel 1802. L’Ufficio Pio viene mantenuto in attività ma cambia il nome in Ufficio Generale di Beneficenza, con lo scopo di soccorrere gli “inabili cittadini”, orfani e poveri ammalati, in stretta dipendenza dalla municipalità, che eroga i fondi. Solo con la Restaurazione del 1815 la Compagnia viene reintegrata nelle sue funzioni e l’Ufficio Pio riacquista la sua denominazione tradizionale e riprende le attività.
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Nel 1853 per volontà del re Vittorio Emanuele II nascono le Opere Pie di San Paolo, poi Istituto di San Paolo: l’Ufficio Pio è una delle quattro Opere. Il nuovo ente prosegue e rinnova le attività dell’Ufficio Pio e dell’Educatorio Duchessa Isabella (nome assunto dalle Case del soccorso e del Deposito nel 1883), ma il patrimonio e l’amministrazione sono affidate a una Direzione di nomina pubblica da cui sono estromessi i paolini. Nello stesso frangente viene descritto il ruolo della Commissione elemosinaria dell’Ufficio Pio e dei Delegati, nome con cui fino agli anni 2000 si sono chiamati i volontari dell’Ufficio Pio. La Commissione stabilisce i criteri per la distribuzione dei sussidi, destinati ai poveri vergognosi, agli infermi e ai cattolizzati.
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La legge Crispi del 1890 riforma il settore dell’assistenza che viene interamente gestita dallo Stato. Di conseguenza le opere pie diventano Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (IPAB) e vengono istituite le Congregazioni di Carità con il compito di amministrare i beni delle istituzioni elemosiniere. L’Ufficio Pio, pur rientrando nella categoria, riesce a scongiurare l’accorpamento alla Congregazioni di Carità e mantenere la propria autonomia, forte della sua secolare opera in soccorso dei poveri non mendicanti, ma viene obbligato a estendere i propri criteri assistenziali.
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Nel 1901 l’Ufficio Pio emana un nuovo statuto che recepisce i cambiamenti del secolo precedente e l’obbligo imposto dal Consiglio comunale di Torino di ampliare la categoria di bisognosi, aprendo anche al ceto operaio. Viene diminuito il numero di doti distribuite, ma viene aumentato il loro valore. A seguito della Prima guerra mondiale viene introdotto un nuovo sussidio destinato alle vedove con figli.
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Alla fine dell’Ottocento iniziano i lavori di ristrutturazione di questa storica sede della Compagnia su progetto dell’ingegner Giuseppe Pastore, cui segue il successivo intervento dell’ingegner e architetto Alberto Ressa negli anni Trenta. L’inaugurazione avviene nel 1902 alla presenza di Vittorio Emanuele III, ma i lavori proseguono fino al 1909 nella sala consiliare, decorata con gli affreschi allegorici di Paolo Gaidano che raffigurano le sette opere di misericordia delle Opere Pie di San Paolo.
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Dopo la grave crisi economica degli anni ’20 a Torino un sesto della popolazione è iscritta all’elenco comunale dei poveri. Nel 1932 l’Ufficio Pio si oppone all’utilizzo del Libretto di assistenza voluto dal regime fascista al fine di tutelare la riservatezza dei propri assistiti e proseguire la propria azione benefica con maggior autonomia. Nel secondo dopoguerra, nonostante il suo patrimonio avesse subito notevoli riduzioni, l’Ufficio Pio prosegue i suoi interventi grazie alle erogazioni dell’Istituto Bancario San Paolo, che in quegli stessi anni inizia l’ascesa che lo avrebbe portato a diventare uno dei più importanti gruppi a livello europeo.
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Nel 1949 l’Istituto bancario San Paolo acquista il palazzo Turinetti di Pertengo in piazza San Carlo, di proprietà della società Giresca. Pesantemente danneggiato dai bombardamenti, si progetta la ricostruzione del palazzo, affidata agli architetti Arturo Midana e Mario Dezzutti, con l’intento di salvaguardare la storicità del palazzo e creare una moderna sede bancaria dotata di servizi innovativi come il drive-in bank. L’inaugurazione della nuova sede avviene nel 1963, in occasione del IV centenario della Compagnia.
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Nascono i progetti di “borsa lavoro” a favore delle persone disoccupate e si avviano interventi educativi a favore dei minori in età scolare. Nel 1989 nasce il progetto Provaci ancora Sam per contrastare la dispersione scolastica e aiutare i ragazzi al raggiungimento della licenza media inferiore.
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In seguito alla legge Amato-Carli, l’Ufficio Pio diventa fondazione di diritto privato, che “prosegue con identità di patrimonio e di scopi l’attività dell’Ufficio Pio dell’Istituto bancario San Paolo di Torino, ora Compagnia di San Paolo”
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Apre lo sportello di via Sant’Anselmo 18, dove gli assistiti e i delegati si possono recare per le richieste di sussidio. Nel 2007 apre un secondo sportello in corso Arimondi 6, dedicato agli stranieri. Gli sportelli resteranno attivi fino allo spostamento della sede tra il 2012 e il 2013.
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Nel 2000 si costituisce l’Associazione Volontari Ufficio Pio San Paolo (2000). Due anni dopo, l’Ufficio Pio assume la condizione giuridica di ONLUS.
Sono anni di grande espansione dell’attività e della platea dei beneficiari: famiglie italiane e straniere, minori in età scolare, persone disoccupate, detenute o senza dimora. Poi ancora, i giovani universitari e, dopo la crisi del 2008, coloro che venivano definiti i “nuovi poveri” o “vulnerabili”.
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Inizia il progetto Logos, per il reinserimento lavorativo e sociale di ex detenuti
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Avvio del progetto Residenze temporanee, per offrire a un prezzo calmierato soluzioni abitativa temporanee a persone che si trovano in situazioni di improvvisa difficoltà. Al temine della ristrutturazione, circa sessanta unità abitative saranno disponibili nelle palazzine in piazza della Repubblica e in via S. Pio V 11
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L’attività assistenziale offerta allo sportello dell’Ufficio Pio si evolve nel Progetto A.O.S. (Accoglienza, Orientamento Sostegno) per realizzare interventi di sostegno economico ma anche di semplice orientamento a coloro che chiedono aiuto. Nel 2019 il progetto A.O.S. si evolve in Traguardi, che accompagna le famiglie nel loro percorso di crescita e cambiamento permettendo di crescere i figli in condizioni di sicurezza emotiva, economica e sociale e usufruire dei principali servizi educativi.
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Inizio del progetto Trapezio, pensato per sostenere chi ha subito un evento improvviso e destabilizzante dal punto di vista economico e personale, come un lutto, una separazione o la perdita del lavoro
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Viene avviato il progetto Senza dimora per il reinserimento sociale e lavorativo di persone che vivono in strada o in dormitori.
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L’Ufficio Pio modifica ulteriormente il suo approccio progettuale, orientandosi verso un mix di protezioni e investimenti sociali che si aggiungono al welfare pubblico, integrando coperture e tipologia di servizi. Viene avviato il primo intervento di asset building: Percorsi, un progetto di risparmio incentivato per favorire la transizione degli studenti verso l’istruzione terziaria.
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Un decennio di attività caratterizzato per la rapidità delle trasformazioni organizzative e progettuali intraprese. All’esperienza nel sostegno alle persone in condizione di povertà, l’Ufficio Pio affianca la sperimentazione di servizi e interventi innovativi che mirano a contrastare le diverse dimensioni della disuguaglianza economica e sociale. Grazie anche al contributo di programmi Europei, l’Ufficio Pio realizza valutazioni sperimentali dei propri interventi al fine di testarne l’efficacia e misurarne l’impatto.
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Dal 2012 Il palazzo di piazza Bernini 5, ex Educatorio Duchessa Isabella, diviene la sede e l’emblema della Fondazione Ufficio Pio. L’edificio viene costruito dall’ing. Giuseppe Davicini e completato dal fratello Attilio secondo i più aggiornati criteri dell’edilizia scolastica del tempo. Prima di diventare l’attuale sede della Fondazione, dal 1893 al 1942 il palazzo ha ospitato le studentesse dell’Educatorio Duchessa Isabella, istituto scolastico femminile delle Istituto di San Paolo, e successivamente il centro meccanografico della banca.
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Inizio della riprogettazione di Villa Mater. L’ex RSA viene ripensata nella sua struttura e funzione per creare una residenza per la longevità attiva.
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Dopo due anni di sperimentazione, nasce un nuovo intervento di Asset Building “WILL – Educare al Futuro” su 4 territori nazionali, poi evoluto nell’attuale Programma WillTorino. Un intervento di risparmio incentivato per favorire l’accesso a opportunità educative scolastiche ed extrascolastiche di studenti iscritti all’ultimo anno della scuola elementare, moltiplicando il risparmio mensile delle famiglie.
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Nel periodo del lockdown, del distanziamento sociale e della chiusura delle scuole per contrastare la pandemia di Covid-19, nasce DigitAll un programma volto a ridurre il digital divide di quanti non dispongono di device, connettività o competenze adeguate per vivere attivamente e consapevolmente la propria cittadinanza digitale.
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Il progetto Senza dimora cambia nome e diventa Primo piano.
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Il volontariato è da sempre fondamentale per l’attività dell’Ufficio Pio. Nel corso dei secoli, il numero di volontari è cresciuto grazie a nuovi progetti che coinvolgono persone di tutte le età. Tra il 2023 e il 2025 si avviano nuove progettualità, tra cui “Tu per Tu”, coppie linguistiche di conversazione finalizzate al miglioramento della conoscenza della lingua italiana e allo sviluppo di nuove relazioni, e “In Pari”, tutoring online tra studenti o studentesse universitari che supportano nello studio ragazze e ragazzi delle scuole secondarie di primo grado. Ad oggi, la Fondazione conta quasi 400 volontari e volontarie
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L’Ufficio Pio, con l’aggiornamento del proprio Statuto, modifica la propria ragione sociale in Fondazione Ufficio Pio Ente Filantropico. Da febbraio 2025 è iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS)
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La Fondazione Ufficio Pio avvia l’area Abitare e Benessere per affrontare la crescente povertà abitativa tra le famiglie meno abbienti e le nuove esigenze residenziali della popolazione anziana. Parte un nuovo intervento di contrasto della solitudine per la mancanza di interazioni sociali significative, in particolare di giovani e anziani. Prende il via il progetto Harry, per supportare famiglie con figli minori dopo la perdita di un genitore.
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La Fondazione Ufficio Pio raggiunge i 430 anni di attività, un traguardo che dimostra la capacità di adattarsi ai cambiamenti e ai nuovi bisogni sociali. L’attività della Fondazione continua offrendo sempre nuovi e aggiornati strumenti come opportunità di cambiamento per il bene e la felicità di tutti