La Restaurazione segna un nuovo inizio nella storia della Compagnia di San Paolo, che riacquisisce i propri ambiti di intervento, ai quali si aggiunge il sostegno economico all’assistenza dei poveri infermi della città dal 1814 al 1851. L’esperienza e la contezza dei confratelli maturata attorno al tema dell’indigenza e dei bisogni assistenziali dei torinesi, è certamente una delle motivazioni che porta la municipalità ad affidare alla Compagnia la gestione del servizio sanitario. Infatti, già nel 1725, i paolini stipendiano un medico per l’assistenza domiciliare dei poveri infermi.

Con l’ordinato del 14 luglio 1814, la Compagnia si fa ufficialmente carico del “mantenimento della spezieria, e de’ medici, chirurghi e levatrici affetti al servizio de’ poveri”[1]. L’organizzazione del servizio si basa sul regolamento comunale emanato nel 1780, che costituisce il riferimento per la successiva pubblicazione delle “Istruzioni pel servizio sanitario de’ Poveri infermi abitanti nel recinto daziario della città di Torino state approvate dalla Veneranda Compagnia di san Paolo” nel 1846. [2]

Come nel caso degli elemosinieri, sono le parrocchie della città a determinare l’area di competenza dei medici, ognuno dei quali deve occuparsi dell’assistenza sanitaria dei poveri infermi che abitano nel territorio parrocchiale assegnato loro. Quella dei medici è un’assistenza a domicilio, devono infatti recarsi “personalmente e con prontezza” a casa degli ammalati, “senza pretender, esigger, né ricever …  danari, robbe, opere, fatture, né qualonque altra ben che minima cosa”.[3] La chiamata del medico può avvenire di giorno e di notte, a seconda delle circostanze, ogni giorno della settimana. Al medico è poi affidato il compito di prescrivere farmaci “indispensabili” per il malato e terapie o interventi chirurgici, previa verifica del “certificato comprovante la loro povertà, scritto e sottoscrittto dal loro rispettivo parroco”.[4] La distribuzione dei farmaci è anch’essa gratuita e a carico della Compagnia di San Paolo, così come lo stipendio dei medici, fissato in 300 lire annue. Tuttavia, in caso di sostituzione, è il medico di quartiere a dover pagare il suo supplente.

I chirurghi, invece, ricevono gli ammalati nella loro bottega, o casa, dove espongono “le Arme della Città, ed il cartello notificante la loro destinazione al servizio de’ poveri”. Le operazioni, eseguite su indicazione dei medici, consistono nelle “cavate di sangue”, in “operazioni di chirurgia minore” e nell’applicazione delle mignatte, o sanguisughe, che i chirurghi, a partire dal 1829, devono acquistare in farmacia. Per far fronte a questa spesa, il loro stipendio viene aumentato da 200 a 350 lire annue.[5]

Prerogativa femminile è infine l’assistenza delle partorienti, affidata a levatrici in possesso dell’abilitazione alla professione rilasciata dalla Scuola delle Levatrici dell’Ospedale S. Giovanni. Come nei casi precedenti, ogni levatrice è assegnata ad una parrocchia e deve assistere le partorienti munite di “fede di povertà” durante il parto e nei giorni successivi e, in caso di parti a rischio, potevano chiedere l’assistenza dei chirurghi.

Per approfondire si rimanda al testo di Franco Lupano, La Compagnia di San Paolo e il servizio sanitario per i poveri nella Città di Torino 1814-1851, Torino, Compagnia di san Paolo, 2009 – Consulta il documento

[1] Atto di Congrega generale della Commissione amministratrice provvisoria stabilita da Sua Maestà per gli ospedali, ospizi ed altri stabilimenti di pubblica beneficienza della presente Città, (ASSP, I, CSP, Ordinati e verbali, vol. 16) 14 luglio 1814 – Consulta il documento

[2] Istruzioni pel servizio sanitario de’ Poveri infermi (ASSP, I, UP, Regolamenti ed istruzioni, 4) – Consulta il documento

[3] ACT, Carte Sciolte, 4792, “Instruttione da osservarsi dalli quattro Signo-ri Chirurghi deputati dall’Illustrissima Città di Torino per curare li Poveri infermi“, 9/8/1710, citato in Franco Lupano, cit., p. 19

[4] Dalle Istruzioni pel servizio sanitario.., 1846, art. 1

[5] Dalle Istruzioni pel servizio sanitario.., 1846, art. 3 – Consulta il documento

[1] ACT, Carte Sciolte, 4792, “Instruttione da osservarsi dalli quattro Signo-ri Chirurghi deputati dall’Illustrissima Città di Torino per curare li Poveri infermi“, 9/8/1710, citato in Franco Lupano, cit., p. 19

[1] Dalle Istruzioni pel servizio sanitario.., 1846, art. 1

[1] Dalle Istruzioni pel servizio sanitario.., 1846, art. 3