La storia della Fondazione Ufficio Pio si snoda lungo 430 anni di attività: è un racconto in cui si intrecciano storie e destini di chi ha beneficiato dei progetti, e di chi li ha costruiti, sviluppati e sostenuti, cogliendo i bisogni e le necessità di un tessuto sociale sempre in evoluzione. Testatori, confratelli, volontari, amministratori, uomini e donne che hanno indirizzato e sostenuto con le loro azioni la lunga vita dell’ente. Tra queste una testimonianza esemplare è quella di Marco Fantini, direttore dal 1965 al 1980.[1]

Amante dello studio, scrittore di poesie e compositore di sonate e musica religiosa, Marco Fantini è un uomo di grande fede, vissuta tanto nelle grandi decisioni quanto nei momenti quotidiani.

Combattuto tra la vita sacerdotale e l’insegnamento, la risposta sulla strada da seguire arriva dal contesto storico che lo spinge a candidarsi per un impiego presso l’Istituto bancario San Paolo. Nel 1940 viene assunto come impiegato temporaneo nell’Ufficio Portafogli e Incassi e dal 1943 nell’Ufficio Fidi. Denunciato da un collega, viene arrestato all’interno della sede di via Monte di pietà, nel 1944, incarcerato perché “perché attivo nella sua subdola e sottile propaganda ammantata di Azione Cattolica”. [2] Dal carcere scrive alla famiglia, esprimendo la fiducia e lo spirito costrittivo che lo contraddistinguono: “Ho imparato grandi cose tra le mura di questa o quella cella, profonde e tristi, dolorose ed umane, pesanti e strazianti”.[3] Scarcerato dopo un mese grazie all’intermediazione del cardinal Fossati, prosegue gli studi e nel 1946 si laurea in Lettere con pieni voti. Negli stessi anni conosce Giuseppina Ferrisi, detta Pinuzza, che diventerà sua moglie e la madre dei suoi quattro figli.

Il superamento del concorso per l’insegnamento sembra avverare l’aspirazione lavorativa di Fantini. Eppure, dopo lunghe riflessioni decide di proseguire quello che lo stesso Fantini considerava un impiego temporaneo: sceglie di rimanere nella banca, nel 1965 viene nominato capo dell’Ufficio di Beneficenza, un ruolo che ben riflette i suoi principi e la sua fede. Le mansioni e le responsabilità sono molteplici: si occupa di ottenere le risorse necessarie per aiutare i bisognosi, deciderne l’equa distribuzione, ascoltare storie di persone in difficoltà che si rivolgono all’Ufficio Pio in cerca di sostegno. Partecipa da vicino al dolore delle persone che incontra, aiuta con i mezzi offerti dall’Ufficio Pio, ma anche con raccomandazioni e consigli personali. Durante la sua direzione, avviene la donazione di Villa Mater da parte della società Pro Milite Italico, ancora oggi al centro dei progetti della Fondazione.

Passati pochi anni, l’Ufficio Pio attraversa un momento cruciale e delicato. Secondo il DPR 616/1977, le funzioni amministrative relative all’organizzazione ed all’erogazione dei servizi di assistenza e di beneficenza delle IPAB devono essere attribuite agli enti locali e, nel caso specifico dell’Ufficio Pio, al Comune di Torino. Fantini dimostra che l’ente svolge attività educativo-religiosa, unica condizione che esclude l’assorbimento, riuscendo così a salvare l’autonomia dell’Ufficio Pio.

Come vicepresidente del Gruppo Anziani “San Paolo”, fonda la compagnia teatrale Il girasole, che si esibisce nel teatro dell’ex Educatorio Duchessa Isabella. Scrive testi di commedie, partecipa alle prove e all’organizzazione degli spettacoli con entusiasmo e divertimento cercando di trasmetterlo agli altri. La scrittura umoristica era già entrata nell’Ufficio Pio grazie allo stesso Fantini, fondatore de L’aspirante alunno Paolino!, un giornalino umoristico destinato ai colleghi con caricature e illustrazioni.

Dopo quarant’anni di servizio e numerose onorificenze tra cui Cavaliere della Repubblica (1966), Maestro del Lavoro e Commendatore (1980), Fantini ottiene la pensione nel 1980.

Mancato nel 2000 dopo una lunga malattia, è possibile leggere i pensieri di Fantini grazie ai suoi componimenti, come quello rivolto al nipote suo omonimo:

“Ricorda Marco: tutto è vano e nulla è vano. Ama la musica e il latino […] sii prudente qual serpe e – qual colomba- sii semplice […] sia tua cura rispettare la scala dei valori donando amor prima ai vicini. Allegro sii sempre. Sappi sempre ringraziare. […] Pensa prima di parlare ma non tacere le ingiustizie. Onora le nostre radici: chi non ha passato non ha avvenire”. [4]

[1] Per approfondire Daniele Bolognini e Giuseppe Fantini (a cura), Marco Fantini. Poeta dei poveri e amico di Dio, Velar 2022

[2] Ivi, p. 14

[3] Ivi, p. 16

[4] Ivi, p. 54